Ogni 14 anni ce ne tocca uno. La satira è bella, ma su di te, devono farla gli altri, altrimenti diventa esibizionismo poco credibile.

Fatta la premessa che ognuno si fa la campagna elettorale come meglio crede, e a volte meglio così che con le belle prese in giro, ritengo che per molti passi un messaggio poco credibile. Nel 2004 ci provò l’eclettico Piccione a impostare una campagna elettorale, spendendo  a dire di molti anche un bel po’ di soldini, giocando e puntando sulla provocazione goliardica, tantissimi volantini per la città che lo vedevano supereroe protagonista  candidato pronto a salvare la città per i giovani giovani. Erano gli anni in cui i social erano nulla e per cui il mezzo di comunicazione era quello cartaceo, non oso immaginare cosa  avrebbe combinato il signor Piccione nel web ai giorni nostri. Risultato finale, prese una NOVANTINA di voti, spese una bel po’ di soldi, ma credo si divertì anche parecchio ma il suo messaggio come previsto non fu credibile.

Dopo 14 anni ci ritroviamo una versione riveduta e corretta di Piccione , che si chiama Giovanni Napolitano. Inserita nel web, fortemente social, ma che manda gli stessi  identici segnali. Ed è anche un peccato, perché il signor Napolitano è anche persona sveglia, ma non ha capito che una cosa è fare lo showman su facebook e una cosa è rendersi credibile. Il suo obiettivo ad un certo punto sembra non essere più quello elettivo ma quello di diventare personaggio. In questo ci è riuscito benissimo. E’ chiaro che l’11 Giugno si vedrà quale risultato il signor Napolitano otterrà, sia elettivo che di consenso elettorale, che per uno che voleva fare il sindaco della città dovrà essere un risultato importante, ma se così non fosse gli consiglio di fare altro.

Io sono per la satira, la scrivo, mi diverto, spero ogni tanto che un sorriso si mischi a spunti di riflessione, ma io sono un Blogger che scrive della Città, devo essere io a prenderlo per il culo, funziona così, se ti ci pigli da solo diventi una macchietta.

Concludo ricordandogli che “Prima i siracusani” è uno slogan triste,  che anche lui sta usando in questa campagna elettorale, lui che insieme alla sua famiglia per lavorare e anche per ottenere ottimi risultai imprenditoriali è dovuto espatriare in un paese in cui magari non gli hanno mai detto:  “PRIMA GLI AMERICANI”.

 

IL PICCHIO