Cassibile e il degrado delle sue trazzere…Via Ernesto Campo, Via Giosuè Carducci, Via Giovanni Boccaccio. Una comunità nel totale abbandono.

Qualcuno si chiede, perché i Cassibilesi chiedano l’autonomia, questo qualcuno evidentemente una passeggiata a Cassibile non la fa da tanto tempo. Cassibile è l’ultimo dei pensieri di un’amministrazione che già di per sè è assente ovunque, ma a Cassibile questa assenza diventa sempre più imbarazzante. Scarsa attenzione sulle manutenzioni, sulla pulizia, sulla viabilità, tutte segnalazioni che ci arrivano quotidianamente. Però se poi si deve trovare una sistemazione a dei migranti stagionali si ricordano che Cassibile esiste, ed ecco la tendopoli e se i Cassibilesi si lamentano sono pure razzisti.
Via Ernesto Campo, Via Giosuè Carducci, Via Giovanni Boccaccio e zone limitrofe,  sono l’esempio di chi vive nel dimenticatoio,  trazzere da terzo  mondo e quando piove diventano laghi di fango. E’ chiaro che non si tratta di un problema di adesso, ma si protrae nel tempo, ma continua a non muoversi foglia. Negli anni passati, vi era la circoscrizione che provava a smuovere qualcosa, fino a poco tempo fa vi erano dei consiglieri comunali di Cassibile che si spendevano per il territorio, oggi Cassibile nell’amministrazione siracusana non è rappresentato da nessuno.
Eppure Francesco Italia la situazione di queste trazzere la conosce bene, già da prima delle elezioni e sotto campagna elettorale aveva fatto un sopralluogo e aveva preso l’impegno di interessarsi della cosa, ma in due anni zero passi avanti.
Secondo l’amministrazione, queste strade non sarebbero di proprietà del comune, ma il comune gli ha fatto passare le opere fognarie e l’illuminazione pubblica, e come può essere? Come avrebbe potuto farlo?
Esiste inoltre un grave rischio idrogeologico, come si vede da alcune foto, ci dobbiamo battere il petto come sempre, dopo che qualcuno si farà male sul serio?
Se ho imparato una cosa nell’osservare chi gestisce la cosa pubblica è che se una cosa si vuole fare si fa, si trovano le risorse e si trovano i modi. 
 Alleghiamo un po’ di foto, così per farvi capire che il terzo mondo non è poi così tanto lontano.