Vi spieghiamo perché a Siracusa, IL REDDITO DI CITTADINANZA E’ UNA CAGATA PAZZESCA.

Cercherò di non entrare negli aspetti generalmente criticati del reddito di cittadinanza, facendo finta che individuare la platea a cui è destinato, le conseguenze psicologiche di chi è assistito con uno stipendio, le dinamiche del lavoro nero, le spese morali e immorali, non siano veri problemi ma solo effetti collaterali che potrebbero, chissà, magari un giorno salvarci la vita, in ogni caso sono argomenti che riguardano un po’ tutta l’Italia. Quello su cui voglio attenzione il mio ragionamento sono le basi su cui si fonda la filosofia del reddito di cittadinanza. Infatti questa forma di assistenza ai più bisognosi sotto forma di un vero e proprio stipendio e non di un sussidio, si fonda sul principio condivisibile di “meno poveri possibili” ma è concepita con un ragionamento parallelo di sviluppo dei Centri per l’impiego, che nel frattempo che tu ti godi il tuo reddito di cittadinanza ti cercheranno il lavoro, dopo tre rinunce perdi la possibilità di continuare a percepire il reddito.

Ora entra in campo Siracusa, ma per molti aspetti un po’ tutto il meridione, ma voglio concentrarmi sulla nostra città. Partiamo da un principio, i centri per l’impiego ti potranno proporre lavori per un raggio di non oltre 50 km qualcuno parla di alzare il chilometraggio, alzando i costi, ma comunque non oltre i 70km. Per cui più o meno nel raggio della provincia. Analizziamo brevemente la nostra situazione socio-imprenditoriale, le industrie con annesso indotto non assumono più da anni, anzi se ti licenzi ti danno grossi incentivi di buona uscita, le attività commerciali aprono e chiudono e sono allo stremo schiacciate da una concorrenza tra di loro asfissiante e se un ragazzo gli porta un curriculum ti guardano e ti ridono in faccia, il turismo e le attività connesse sono prevalentemente stagionali e anch’esse sature dal punto di vista occupazionale, resta il comparto agricolo, ma nessun imprenditore agricolo chiederà mai forza lavoro ai centri per l’impiego avendola a basso costo dagli extra comunitari e poi vuoi vedere un 55enne che deve andare a raccogliere patate dopo una vita dietro una scrivania, durerebbe un giorno forse, e alla fine della giornata o lo manderebbe il datore di lavoro o se ne andrebbe lui. Non resta nulla. Questa è la nostra situazione socio-economica, chi dice altro è solo pazzo.

Riorganizzare i centri per l’impiego, può funzionare in realtà in cui il lavoro esiste, in cui esistono le FABBRICHE e le GROSSE AZIENDE, che in base ai flussi economici aumentano e riducono anche il flussi della manodopera, e lì che i centri per l’impiego possono intervenire, regolando quei flussi. Ma dove il lavoro non esiste c’è ben poco da regolare. Tranne che Gigino e Grillini a seguito ci spieghino che invece il lavoro c’è e che anche qui è una questione di mettere tutti al posto giusto. Allora in questo caso, tutti i nostri parenti, amici e conoscenti che in questi anni per guadagnarsi la pagnotta sono dovuti andare al nord Italia o all’estero sono tutti coglioni, bastava cercarlo meglio il lavoro. A Siracusa c’è un importante imprenditore, che funge come una sorta di intermediatore con le più grosse aziende mondiali, che ha la fila di operai che gli chiedono un lavoro in tutto il mondo, basta che lavorino. Coglioni cercatelo meglio il lavoro che entro i 50 km lo troverete, così almeno dice Gigino. Non capirò mai tutte le proteste sotto il palazzo Vermexio di quei lavoratori che perdono il proprio lavoro, coglioni pure voi, cercatelo meglio il lavoro che lo troverete, Gigino docet.

Già so cosa risponderanno i Grillini più convinti, che accanto al reddito di cittadinanza ci saranno gli incentivi alle aziende soprattutto al sud. Fatta la premessa che il bilancio dello stato non è un pozzo senza fondo, ritengo che anche i precedenti governi degli altri scienziati che li hanno preceduti, hanno già sperimentato ogni tipo possibile di incentivo alle imprese, risultato? Oltre 5 milioni di disoccupati continuano ad esistere ed  i nostri concittadini continuano ad emigrare per lavorare. Ci si dimentica che per dare degli incentivi devi avere qualcuno che questi incentivi li deve prendere, ma a Siracusa e nella sua provincia non esistono FABBRICHE o AZIENDE così importanti da poter assorbire un flusso così ingente di manodopera. In sintesi puoi dare gli incentivi che vuoi ma se non ci sono le aziende non hai risolto nulla. I più ottimisti diranno pure che apriranno nuove aziende, che tenerezza mi fanno.

Per cui cosa sarà il reddito di cittadinanza per noi siracusani? Un modo per campare. Ci saranno i furbetti, ci saranno chi ne ha veramente bisogno, ci sarà un miglioramento temporale perché girerà un po’ più di denaro, ma nulla più. Durerà poco chiaramente perché senza risultati non puoi continuare a fare debito pubblico a vita. Sperando che non ci siano conseguenze catastrofiche a livello nazionale che dopo qualche anno ci rendano più poveri e disperati di quanto lo siamo oggi.

Grande solidarietà ai lavoratori dei Centri per l’impiego di Siracusa, che rischieranno di diventare matti, sia per l’inconcludente lavoro che saranno costretti a fare, sia per il fiume umano di disoccupati che dovranno ricevere, umiliati da  procedure burocratiche infinite e dichiarandosi ufficialmente morti di fame.

Qualcuno mi ha detto mettiamoli alla prova, e poi li giudicheremo, ma quando sai che se ti butti da un quinto piano aprendo come paracadute un ombrello morirai schiantato, gli rispondi no grazie, allora meglio il PD che l’ombrello te lo infilava altrove ma almeno non ti faceva ammazzare.

IL REDDITO DI CITTADINANZA A SIRACUSA 

S.BELLIO