A Siracusa, la prima scuola al mondo di cucina nel III sec. A.C. Per non dimenticare da dove veniamo.

Forse non tutti sanno che, la prima scuola al mondo di gastronomia nacque nel terzo secolo A.C. a Siracusa per opera del siracusano Labdaco, la sua opera fu seguita da Terpsione anch’esso siracusano, che fondò un’accademia culinaria.

In questa accademia si studiava l’arte di apparecchiare le mense, di servire, di trovare i giusti accostamenti tra cibi e vini ed affinare le varie tecniche di come cucinare gli alimenti.

Labdaco, insieme a Terpsione , divenne uno dei punti di riferimento culinario di quell’epoca. Inoltre fu un seguitore della filosofia culinaria di Archestrato di Gela, noto critico e scrittore di cucina vissuto un secolo prima di Labdaco, e come il suo maestro, criticò il modo dei siracusani di cucinare il pesce, così come ci informa lo storico e fisico Domenico Scinà nella sua opera di traduzione “Frammenti della Gastronomia (Hadypatheia)” scritto originario di Archestrato

In questo suo scritto, Scinà ci informa anche che Labdaco ebbe come suoi allievi altri due cuochi che si chiamavano Sofone di Acarnania e Damosseno di Rodi; versione che dunque conferma ciò che si diceva a quel tempo della fama prestigiosa raggiunta dalle scuole di cucina della polis siracusana, al punto che Labdaco ebbe cuochi che da lui volevano apprendere l’arte del saper cucinare, nonostante non provenissero dalla Sicilia ma bensì dalla Grecia continentale e dalle sue isole.

Un altro grande siracusano, Miteco, vissuto a metà del V secolo A.C. (autore del primo manuale di cucina siciliana),

 

si distinse per avere inventato piatti e ricette raffinatissime tanto che la sua fama si diffuse nel mondo allora conosciuto.

Massimo Tirio, scrivendo di Miteco dice che: “andò già a Sparta un sofista siracusano, il quale non poteva vantare l’eleganza del dire di Prodico, né l’eloquenza vana di Uppio né la retorica di Gorgia, né atto era a diffondere l’ingiustizia come Trasimaco; né, infine, era versato in alcuna arte liberale. Al contrario, tutta l’arte di questo sofista stava nell’insegnare ciò che i bisogni quotidiani avessero di più voluttuoso: infatti egli era in grado di preparare con tale squisitezza le vivande che confezionava per i conviti, per mezzo di adeguati condimenti ed in grande varietà, sapendo da essi trarre quel massimo del gusto che normalmente mai avrebbero potuto dare”

 

Poco ci è pervenuto delle opere di questi maestri culinari, tranne il racconto della loro fama e del loro modo di approcciarsi al mondo della cucina. Ma ci inorgoglisce sapere che la prima scuola culinaria della storia fosse nata proprio nella nostra città.

A. Valenti