Siracusa, città sempre più fragile. Per adesso ci salva solo la speranza e l’ironia.

Siracusa è una città fragile, lo è diventata nel tempo. Fragili le sue infrastrutture, fragili gli equilibri politici, fragili gli equilibri occupazionali ed economici, fragili i suoi monumenti ed i siti archeologici, fragile il comparto sanitario e ambientale, fragile la libera informazione. Siamo una città gloriosa del tempo che fu, che non ha saputo conservarsi, piena di ferite mai totalmente guarite che oggi la rendono sempre più fragile.

Siamo vittime e carnefici della nostra città, incapaci di vedere oltre il nostro naso, siamo complici di una classe politica che noi stessi eleggiamo e per cui è il nostro stesso riflesso. Siamo diventati fragili anche nei rapporti con i nostri stessi concittadini, con il nostro vicino di casa e con chiunque esprima un’opinione difforme alla nostra.

Dovremmo pretendere una classe politica giusta, chiara, sincera che ci dica pane pane e vino al vino. La cura per la nostra fragilità dovrebbe essere la fiducia nelle istituzioni. Gli eserciti più forti nella storia, sono stati quelli che avevano dei comandanti carismatici, dei comandati per i quali i propri soldati si sarebbero fatti ammazzare. Per molti cittadini siracusani siamo amministrati dal vuoto e solitamente il vuoto non è poi così carismatico.

Siamo una città fragile che non può essere curata con una classe politica bugiarda o sempre in lotta per un nuovo posto di potere e che non ha una progettualità chiara per il futuro, siamo una città fragile che vorrebbe andare a letto tranquilla perché tanto c’è gente di buonsenso che si prenderà cura di noi e dei nostri interessi, invece andiamo a letto con la triste consapevolezza che domani ci sarà un’altra novità peggiore.

Siamo una città fragile che non si spezza solo per quella cosa che si chiama speranza che solitamente è l’ultima a morire ed è ancora viva ma non sta tanto bene.

Se ci dovessero dire come la vediamo Siracusa fra 10 anni, diremmo spezzata, una cosa fragile prima o poi si spezza. Ma magari se tutti insieme facciamo uno sforzo, riusciamo a salvarla e farla diventare la regina del Mediterraneo, non è impossibile. Basterebbe trovare le idee giuste, le persone giuste, il coraggio giusto, cose che in questo momento sono totalmente assenti, infatti mancano proprio le persone giuste, le idee giuste e soprattutto il coraggio e la competenza di chi ci amministra.

Siamo una città fragile, ma ironica, e noi (siracusando) con l’ironia diamo il nostro contributo per cercare di smuovere qualcosa o qualcuno, loro litigano e noi li prendiamo in giro, loro mentono e noi li prendiamo in giro, loro pensano di essere furbi e noi prima li “sgamiamo” e poi li prendiamo in giro. A volte così smuoviamo qualcosa dentro la popolazione e speriamo anche dentro di chi ci amministra, anche se alcuni di questi hanno la faccia come il culo e possiamo smuovergli solo…Vabbè lasciamo stare.

Siamo una città fragile, ma siamo, a prescindere da tutto e da tutti, sempre una grande città.

S. BELLIO