A Siracusa, giornalisti, giornalai e quaquaraquà. Spetta ai lettori imparare a distinguerli.

L’antico e nobile mestiere del giornalista a volte diventa, nelle mani sbagliate, come quello ancora più antico della prostituta. Chi scrive non è giornalista, è un blogger che scrive in un Blog molto seguito, non facciamo cronaca e non ci interessa farla, commentiamo notizie, ipotizziamo possibili scenari futuri, denunciamo, a volte ironicamente a volte seriamente, possibili e concreti danni che la nostra città subisce o può subire, attenzioniamo episodi e personaggi pericolosi, parliamo di idee e di cultura e di tutto ciò che può rendere questa nostra città migliore. Siamo amici di tutti ma anche amici di nessuno. Cercare di essere obiettivi per un obiettivo: “essere orgogliosi di essere siracusani”.

Il mondo del giornalismo è cambiato, il cartaceo è stato superato dai giornali online, non solo a Siracusa ma in tutto il mondo. La tempistica in cui ti arriva la notizia online, i costi di gestione di un giornale online, e la diffusione in cui una notizia si propaga alla cittadinanza (gratuitamente) è mille volte superiore a quella dei superstiti giornali cartacei, che ammirevolmente continuano, anche se con mille difficoltà, a resistere.

In tutto questo marasma di informazioni online, e di giornali online, è chiaro che si perde a volte il senso del giusto, del vero e dell’oggettivo e si passa facilmente al senso del ciò che mi conviene scrivere. I giornali online li leggiamo tutti, noi per primi, alcuni sono per noi fonte di grande ispirazione satirica altri in effetti ormai non li leggiamo nemmeno più, scrivono la stessa fuffa, zero suspense.

Questo articolo, nel suo titolo, parla di giornalisti, giornalai e quaquaraquà. Questa città ha tutte e tre le categorie, tanto per non farci mancare nulla, ufficialmente tutti giornalisti (bravi e professionali ne abbiamo tanti), ma fidatevi di giornalai e quaquaraquà ne siamo pieni.

I Giornalisti sono quelli che fanno il loro lavoro, informano, cercando di essere più obiettivi possibili, cercando la notizia, a volte lo scoop, ma che applicano nel loro lavoro una deontologia che dovrebbe essere valida per tutti. Non sempre riescono ad essere oggettivi al 100%, sono uomini, e magari se uno gli è più simpatico di un altro a volte trapela, ma questo nulla toglie alla loro capacità e professionalità.

Folta è la categoria dei giornalai, quelli avvezzi a scrivere un giorno male e domani bene, sperando un giorno di prendere di qua e un altro di là, con un pensiero labile, oggi la munnizza c’è domani non c’è, oggi sei buono domani sei cattivo,  quelli con un pensiero fisso: “il bonifico quando arriva” (della pubblicità chiaramente), quelli che devono campare famiglia e per cui ti puoi aspettare di tutto, quelli che hanno anche una buona scrittura e cercano con un ragionamento logico e con artifici linguistici , credendo che il lettore sia scemo,  di fare quello che gli pare,  questi li leggo però, perché almeno il finale è sempre diverso.

Infine quelli che preferisco, i quaquaraquà, infidi e nel loro modo geniali, che se li paghi direbbero che sono biondo e con gli occhi azzurri. Leggi il titolo e già sai il finale del pezzo. Hanno un modo di scrivere elementare, devono capirlo tutti il concetto, hanno un modo di porsi quasi famigliare, ma dopo tre parole capisci come andrà a finire. Sono soggetti striscianti delle varie segreterie politiche e  se uno non li finanzia, anche se questo facesse piovere oro direbbero che però non ha diramato l’allerta meteo. Non li leggo ma li adoro, anche perché non è facile essere così monotematici, pensando che i lettori siano tutti scemi, il bello è che magari un giorno scriveranno una cosa vera e nessuno la leggerà o la prenderà sul serio. Si narrano leggende su questi soggetti che non sto qui a scrivere, alcune così paradossali che forse sono pure inventate. Su una cosa questi soggetti sono veramente pericolosi, quando giocano sul ricatto.

Io invece credo che il lettore stia diventando sempre più bravo a discernere verità da spazzatura, giusto dall’inventato, deontologia da bonifico. Sì, credo che chi legge, debba essere sollecitato ad un ragionamento, informato in maniera oggettiva, sia quando piove oro che merda, credo che il lettore meriti rispetto. Poco dureranno la seconda e terza categoria, anche i politici si accorgeranno presto che il lettore ormai quando legge merda tira lo sciacquone.

S.BELLIO